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SPESA ALIMENTARE MENSILE IN ASCESA

 

sale sopra i 2500 euro quella mensile delle famiglie italiane

SPESA ALIMENTARE MENSILE IN ASCESA

Nel 2016, la spesa media mensile derlle famiglie, in valori correnti, è stimata pari a 2.524,38 euro (+1,0% rispetto al 2015, +2,2% nei confronti del 2013, anno di minimo per la spesa delle famiglie e ultimo anno di calo del Pil). 

Si consolida, a livello moderato, la fase di ripresa dei consumi delle famiglie iniziata nel 2014, in un quadro macroeconomico caratterizzato, dal quarto anno consecutivo, dall’aumento del loro reddito disponibile, dal lieve incremento della propensione al risparmio e dal consolidamento della ripresa del Pil. 

Ciononostante, la spesa media mensile familiare rimane al di sotto dei 2.639,89 euro del 2011, valore raggiunto prima di due anni consecutivi di calo. 

Un quadro analogo si registra anche per la spesa in termini reali: la variazione dei prezzi al consumo è infatti risultata prossima allo zero sia nel 2016 (-0,1%), sia nel 2015 (+0,1%) e nel 2014 (+0,2%). 

Al netto del costo (stimato mediante i cosiddetti affitti figurativi) che le famiglie dovrebbero sostenere per prendere in affitto un'unità abitativa con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui, la maggior parte, sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito, la spesa media familiare è pari a 1.935,09 euro, in aumento dell’1,3% rispetto al 2015.  

Il livello medio della spesa alimentare è pari a 447,96 euro mensili (441,50 euro nel 2015). Quella per carni, pur restando la componente alimentare più importante, torna a diminuire, attestandosi a 93,53 euro mensili (98,25 nel 2015). Le spese per frutta e vegetali aumentano entrambe del 3,1% rispetto al 2015, salendo rispettivamente a 41,71 euro e a 60,62 euro mensili. Pesci e prodotti ittici sono la voce con il maggiore aumento (+9,5%, fino a 39,83 euro mensili). I consumi alimentari sembrano quindi confermare una crescente attenzione a una più corretta alimentazione.

Quella per beni e servizi non alimentari (2.076,41 euro al mese) cresce dello 0,9%. Tornano ai livelli pre-crisi, invece, le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+4,8%, da 122,39 a 128,25 euro) e salgono per il terzo anno consecutivo quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (+2,9%, fino a 130,06 euro). 

Pur permanendo ampie differenze strutturali sul territorio, legate ai livelli di reddito, ai prezzi e ai comportamenti di spesa, il gap tra i più elevati valori del Nord-Ovest (2.839,10 euro) e quelli più bassi delle Isole (1.942,28 euro) si riduce, passando da quasi 945 a circa 897 euro nel 2016. 

Si amplia nel 2016 il divario tra le città metropolitane e i comuni periferici delle aree metropolitane e quelli sopra i 50mila abitanti (circa 376 euro in media al mese da poco meno di 100 euro del 2015) e tra città metropolitane e altri comuni fino a 50mila abitanti (poco più di 491 euro da meno di 200 del 2015).

La causa principale di questa dinamica è nella marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari delle famiglie residenti nelle città metropolitane. Anche nel 2016 si conferma che le famiglie di soli stranieri spendono in media ogni mese circa 1.000 euro in meno rispetto alle famiglie di soli italiani (1.582,94 contro 2.590,59).

Il 49,8% della spesa delle famiglie di soli stranieri (era il 54,1% nel 2015) è destinata a prodotti alimentari e bevande analcoliche e ad abitazione, acqua, elettricità, gas e combustibili (al netto degli affitti figurativi); questa quota rimane stabile al 29,2% per le famiglie di soli italiani. 

 

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