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CLIMA PAZZO TAGLIA LA PRODUZIONE ALIMENTARE (-1,7%)

 

Addio ad una bottiglia di vino su quattro e contrazione di circa l’11% nella produzione di olio di oliva rispetto alla media dell’ultimo decennio sono gli effetti sui prodotti simbolo dell’autunno, dovuti alla siccità e al maltempo che hanno sconvolto i cicli naturali con effetti pesanti sull’intera filiera, sul piano economico ed occupazionale.

Situazione che scaturisce da una approfondita analisi della Coldiretti sull’andamento della produzione rilevato dall’Istat, un dato che, a novembre, cala dell’1,7% nell’alimentare, rispetto allo scorso anno.

L’anno più siccitoso dal 1800 ha provocato, come conclamato, danni stimati dalla Coldiretti in 2 miliardi sui raccolti agricoli con conseguenze sulla produzione e sulla spesa degli italiani.

La vendemmia 2017 si è classifica tra le più scarse del dopoguerra con un taglio della quantitativo del 26% rispetto allo scorso anno, che anche se l’Italia mantiene comunque il primato mondiale tra i produttori con circa 40 milioni di ettolitri di produzione Made in Italy destinata per oltre il 40% alla realizzazione dei 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.

Sui livelli minimi è stata quest’anno la produzione di olio di oliva stimata attorno ai 320 milioni di chili in calo dell’11% rispetto alla media produttiva dell’ultimo decennio. Carenza che aumenta i rischi di frode ed inganni in una situazione in cui l’Italia risulta il maggior importatore mondiale per un quantitativo di 326 milioni di chili nei primi sette mesi del 2017 in aumento del 9% rispetto allo scorso anno.

Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009.

Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter effettuare una scelta qualitativa consapevole.

 

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