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NUOVO RECORD PER ILCIBO ITALIANO NEL MONDO

 

incremento dell’export superiore al 3%

NUOVO RECORD PER ILCIBO ITALIANO NEL MONDO

Nonostante tutto e tutti il Made in Italy agroalimentare segna un nuovo importante primato con le esportazioni che fanno registrare un incremento del 3,3 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

E’ quanto emerge da una approfondita analisi dei dati Istat relativi al commercio estero nei primi sette mesi del 2018.

Un ottimo risultato proprio nell’anno del cibo italiano nel mondo che – ricorda in una propria nota la Coldiretti - conferma le potenzialità del Made in Italy a tavola a sostegno della ripresa economica ed occupazionale del Paese.

Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentari – sottolinea sempre la Coldiretti - interessano i Paesi dell’Unione Europea dove il principale partner è la Germania con una crescita l’import del 4,9%, mentre più contenuto risulta l’aumento in Gran Bretagna (+2%) anche per gli effetti delle tensioni determinate dai negoziati sulla Brexit, l’andamento dei tassi di cambio, le nuove tendenze nazionalistiche.

Fuori dai confini dell’Unione a preoccupare ancora una volta gli Stati Uniti sono di gran lunga il principale mercato dell’italian food fuori dai confini dall’UE. Si registra infatti una frenata del tasso di crescita in Usa con le esportazioni agroalimentari Made in Italy che segnano un aumento solo di appena l’1,2%.

In ripresa, invece, la Russia, con un aumento del 7,8% nonostante l’embargo per una importante quota di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, appena rinnovato sino alla fine del 2019.

E’ assodato che questo trend sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela del dilagante fenomeno della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette, che richiamano l’Italia, per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.

A preoccupare è poi la nuova stagione di accordi bilaterali inaugurata dall’Unione Europea che dal Ceta con il Canada, all’accordo col Giappone e a tutti gli altri in fieri stanno di fatto legittimando il falso Made in Italy”.

 

 

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