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UE: INSOSTENIBILI TAGLI PER 2,7 MLD ALL’AGRICOLTURA ITALIANA

 

UE: INSOSTENIBILI TAGLI PER 2,7 MLD

ALL’AGRICOLTURA ITALIANA

 

Le ipotesi di taglio alla Politica Agricola Comune (Pac) sono ingiustificabili in un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione Europea (Ue) deve affrontare, dai cambiamenti climatici, all’immigrazione, alla sicurezza.

E’ quanto il mondo dell’agricoltura, Coldiretti in pèrimis, in vista dell’inizio della discussione sulla nuova Politica Agricola Comune 2021-2027 iniziata in Consiglio lo scorso18 giugno in Lussemburgo al quale ha partecipato il Ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio.

Difendere l’agricoltura italiana è una scelta coerente con il no all’accordo di libero scambio con il Canada (Ceta) e gli altri trattati similari (quello in fieri con l’Australia) per frenare le importazioni di bassa qualità che fanno concorrenza sleale alle produzioni nazionali e comunitarie.

Secondo alcune analisi sui dati della Commissione la proposta di riforma presentata potrebbe far perdere all’Italia circa 2,7 miliardi a prezzi correnti rispetto all’attuale periodo di programmazione, con un inaccettabile impatto negativo sui redditi degli agricoltori impegnati a garantire i migliori standard di qualità, sanitari ed ambientali. Occorre, pertanto, riconsiderare il budget per una Pac che sia in grado di sostenere i beni pubblici europei di carattere territoriale e ambientale prodotti dall’agricoltura, recuperando con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione, nel quadro di quella multifunzionalità del settore primario prevista, tra l’altro, nella Carta Rurale Europea.  E’ una esigenza inderogabile per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea attraverso la filiera produttiva che alimenta.

Serve – infatti - una più equa distribuzione delle risorse superando gli squilibri che hanno caratterizzato il passato. Obiettivo che deve, e può, essere raggiunto con una convergenza esterna ed interna per rendere i pagamenti diretti coerenti con parametri come i costi di produzione, il lavoro ed il valore aggiunto. E’, inoltre, necessario rappresentare meglio la diversità socio-economica delle diverse agricolture europee, senza applicare insopportabili tagli lineari. Solo così si potranno rafforzare gli elementi positivi in una proposta che presenta al proprio interno luci ed ombre. L’ipotesi di riduzione dei fondi è stata giustamente bocciata dal Parlamento Europeo oltre che dagli stessi cittadini dell’Unione che, per il 90%, sostengono come la politica agricola a livello comunitario abbia un ruolo determinante per l’ambiente, il territorio e salute secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea.

 

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