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STOPCETA. NESSUNA TUTELA PER L’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA VENETO DOP

 

Anche il Consorzio dell’olio Extravergine di oliva Veneto Dop aderisce all’iniziativa di Coldiretti #stopceta condivisa con un'inedita e importante alleanza con altre organizzazioni (Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori e Fair Watch) che chiedono di fermare un trattato sbagliato e dannoso per l’Italia.

Per la prima volta nella storia, infatti, l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare (furto legalizzato?) a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi. Sarebbe questa la conseguenza della ratifica del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) con il Canada: gli accordi in discussione prevedono infatti un esplicito via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità agroalimentari nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele.

Secondo il Dossier della Coldiretti – evidenzia Enzo Gambin, direttore di Aipo, Associazione interregionali produttori olivicoli - ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea su 291 non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese.

Ad esempio, non sarà tutelato l’olio Extravergine di oliva Veneto Dop con le sue sottozone Veneto Valpolicella, Veneto Grappa, Veneto Berico-Euganeo, prodotto su 600 ettari coltivati a olivo che coinvolgono circa 250 aziende agricole per un valore della produzione di oltre un milione di euro”.

Peraltro, il trattato dà il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori, un esempio è il parmesan, mentre per altri, Asiago, Fontina e Gorgonzola, è consentito in Canada l’uso degli stessi termini accompagnato dalle parole “genere”, “tipo”, “stile”, e da una indicazione visibile e leggibile dell’origine del prodotto.

Ma se sono stati immessi sul mercato prima del 18/10/2013 possono essere addirittura commercializzati senza alcuna indicazione.

Ci sono casi eclatanti di sfruttamento delle denominazioni per prodotti che nulla hanno a che fare con quelli originali, di cui rappresentano di fatto delle caricature.

 “La presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale, che danneggia i produttori e inganna i consumatori afferma il presidente di Coldiretti Verona Claudio Valente nel sottolineare che “si rischia di avere un effetto valanga sui mercati internazionali dove invece l’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo”.

E’ necessaria – sottolinea Valente - una valutazione ponderata e approfondita dell’argomento, soprattutto in considerazione della mancanza di reciprocità tra modelli produttivi diversi che grava sul trattato.

L’Italia, che è leader in Europa nella qualità alimentare con 291 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, non può accettare passivamente la banalizzazione del proprio patrimonio conservato da generazioni e deve invece - evidenzia Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona - farsi promotrice in Europa di una politica commerciale contro l’omologazione e più attenta alle distintività delle produzioni fermando una escalation che mette a rischio la tutela della salute, la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta dei consumatori.

 

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