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SANZIONI RUSSIA UN NUOVO DANNO AL “MADE IN ITALY” NONOSTANTE IL +26,7% EXPORT DEL MESE DI MAGGIO

 

In un momento in cui il mercato russo fa segnare un’interessante e inatteso incremento 26,7%) dell’export Made in Italy, appare, decisamente,  un grave errore e un reiterato danno per l’Italia agricola e agroalimentare prorogare le sanzioni imposte dall’Unione Europea.

E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat relativi al commercio estero, a maggio, dai quali emerge che la Russia è il Paese extracomunitario che ha fatto registrare il maggior incremento delle esportazioni italiane nei primi cinque mesi del 2017 con un aumento medio del 24%.

La guerra commerciale conseguente dalle sanzioni volute dalla UE ha provocato una perdita complessiva stimata in oltre 10 miliardi a seguito del calo delle esportazioni Made in Italy in Russia.

Le perdite, conseguenti alle tensioni che si sono venute a creare hanno riguardato molti settori, dalla moda fino alle auto, ma l’agroalimentare è stato, e continuerà ad essere, l’unico settore direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, oltre che pesce, oli e condimenti vari, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe.

Un blocco che è costato, in valore, all’agroalimentare nazionale, fino ad ora, qualcosa come un miliardo di euro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti si sono sommate particolari, e mai risolte, tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza di prodotti e ingredienti essenziali. In molti casi alcuni piatti sono scomparsi dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che si sia applicata, nella stragrande maggioranza dei ristoranti, 26,7%  una chiara indicazione nei menu.

 

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