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CONSUMI: E' RECORD PER L’EXTRAVERGINE (+86%)

 

Acquisti di extravergine praticamente raddoppiati negli ultimi trent’anni

E’ record, nel 2020, per i consumi mondiali di olio d’oliva che salgono a 3,1 miliardi di chili, praticamente raddoppiati nell’arco degli ultimi trent’anni, cambiando la dieta dei cittadini in molti Paesi: dal Giappone al Brasile, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna alla Germania, sulla scia del successo della Dieta Mediterranea dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Cinsiderazione che emerge dall’analisi di Coldiretti, su dati Coi, diffusa in occasione del via alla raccolta delle olive in Italia con la prima spremitura della Penisola in Sicilia, a Chiaramonte Gulfi (Ragusa), nel Frantoio Cutrera dove è stato presentato il rapporto: “L’olio italiano al tempo del Coronavirus”.

La metà di tutto l’olio consumato nel mondo si usa nei Paesi dell’Unione Europea con la vetta della classifica conquistata dall’Italia con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili. Sul podio, comunque, salgono a sorpresa gli Stati Uniti con un consumo di ben 320 milioni di chili.

La crescita dell’olio d’oliva sulle tavole di tutto il mondo – continua Coldiretti – è avvenuta in modo vorticoso nell’ambito di una generazione anche in altri importanti Paesi a partire dal Giappone dove i consumi hanno raggiunto i 55 milioni di chili, mentre in Gran Bretagna si è arrivati fino a 65 milioni di chili e in Germania a 60 milioni di chili. Una rivoluzione nella dieta delle famiglie si è verificata anche in Paesi come il Brasile (68 milioni di chili) e la Russia (20 milioni di chili).

Il risultato è una crescita delle esportazioni di olio d’oliva tricolore che nell’arco di trent’anni sono aumentate del 128%, con una ulteriore crescita nei primi sei mesi del 2020 pari al 26%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.

In Italia, poi, 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni – sottolinea Coldiretti -, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative.

Un vero olio extravergine di oliva (EVO) di qualità – ricorda Coldiretti – deve essere profumato all’esame olfattivo, ricordare l’erba tagliata, sentori vegetali e, all’esame gustativo, deve presentarsi con sentori di amaro e piccante. Gli oli di bassa qualità invece hanno cattivi odori che ricordano l’aceto o il rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi. Riconoscere gli oli EVO di qualità significa peraltro acquistare oli ricchi di sostanze polifenoli che, antiossidanti fondamentali per la salute.

 

 

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