Dettaglio news

3 ristoranti su 4 usano olio d'oliva fuorilegge

 

in Italia quadruplicate le frodi sull’olio

3 RISTORANTI SU 4 USANO OLIO FUORILEGGE

 

Sono fuorilegge 3 contenitori di olio su 4 (76%), oggi, nei nostri ristoranti; ovvero non rispettano l’obbligo del tappo antirabbocco, in vigore da circa 2 anni con legge europea 2013/bis, approvata dal Parlamento e pubblicata sul supplemento n.83 della Gazzetta Ufficiale 261.

Legge che prevede sanzioni che vanno da 1 a 8 mila euro, oltre alla confisca del prodotto.

Secondo una recente indagine è risultato che nel 33% dei ristoranti analizzati ha, in tavola, un'oliera senza alcuna indicazione del contenuto, nel 43% una bottiglia di olio con etichetta, ma con tappo che agevola il rabbocco e solo nel 24% dei casi viene servita una bottiglia a norma di legge.

Molti degli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, invece debbono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l'esaurimento del contenuto originale indicato nell'etichetta.

La legge approvata voleva evitare casi di concorrenza sleale da parte di chi spaccia come extravergine italiano un prodotto importato di bassa qualità, ma anche una misura intesa a tutelare gli aziende produttrici di oli di qualità e la clientela, nazionale e estera, sempre più interessate al prodotto oleario “made in Italy”.

Quanto accertato è un pericolo reale in un Paese in cui sono quadruplicate le frodi nel settore degli oli e dei grassi con un incremento record del 278 per cento del valore dei sequestri di questi prodotti perché adulterati, contraffatti o falsificati nel 2015.

Lo scorso anno (2015) – ha evidenziato il Centro Studi Coldiretti - sono stati effettuati dai Nas sequestri nel settore degli oli e grassi per 29,5 milioni di euro con 58 persone segnalate all’autorità giudiziaria e ben 345 segnalate all’autorità amministrativa, a fronte di 2691 controlli che hanno consentito di individuare ben 401 irregolarità. In altre parole il 15% dei casi. Tra quelle più comuni ci sono la vendita di olio straniero come italiano, ma diffuso è anche il confezionamento di olio di semi che viene adulterato e spacciato come extravergine, non mancano, infine, gli inganni in etichetta con indicazioni false o ingannevoli che riguardano anche la ristorazione.

E’ dunque, sempre più urgente  la rigorosa applicazione delle norme previste, a partire dal controllo dei regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, l’olio d’oliva viene spacciato per olio extravergine d’oliva e l’olio di sansa passa per olio d’oliva, ma anche togliere il segreto sui flussi commerciali, rendendo pubbliche tutte le informazioni sulle importazioni. Inoltre, servono sempre più pressanti controlli per la valutazione organolettica del prodotto che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d’oliva individuandone le caratteristiche. 

 

Torna all'elenco News



© 2016 - Aipo Verona P.iva IT 02593060235 Credits